mappa della villa, che tutt'oggi resta per gran parte sepolta. I primi scavi permisero l'accesso ad una ricca biblioteca nella quale furono rinvenuti 1826 rotoli di papiro, che diedero il nome alla villa, contenenti soprattutto testi greci. La villa doveva appartenere ad un nobile romano facoltoso e colto, forse identificabile in Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, suocero di Giulio Cesare e console nel 58 a.C. oppure, stando ad alcuni recenti studi epigrafici, in Appio Claudio Pulcro, cognato di Lucullo e console nel 38 a.C.. Il complesso di statue rinvenute nella villa si trova al primo piano del Museo Archeologico di Napoli, nell'ala occidentale, sale CXIV-CXVII. L'allestimento espositivo fu curato nel 1973 da Alfonso de Franciscis e da Enrica Pozzi. La villa aveva un grande peristilio con viridarium (giardino) e natatio (piscina), dove erano sistemate delle erme-ritratto sia di condottieri e sovrani che di filosofi e letterati greci. A queste si affiancavano statue di ispirazione ellenica. Tra queste un satiro ebbro. Tra le statue più importanti vi sono un Hermes in riposo ed una testa raffigurante probabilmente Seneca. Sempre al Museo Archeologico, sala CXIV, sono esposti due esemplari della macchina per svolgere i rotoli di papiro carbonizzati realizzate nel XVIII secolo dal padre Antonio Piaggio.